OPERA POETICA 1 < = > Gianni Toti

In occasione del centenario dalla nascita di Gianni Toti, per la prima volta viene raccolta e pubblicata, da [dia•foria, tutta l’opera poetica edita dell’artista e scrittore Gianni Toti. Qui potete vedere nostro consueto booktrailer sul primo dei due volumi.

La passione per questo progetto prevede anche la pubblicazione futura dei romanzi e poi degli inediti.

 

PIANO DELL’OPERA POETICA:
Vol. I
poesie, «prove di letteratura e arte», n. 5, 1961, a firma Francesco Toti Gnoli
da Che c’è di nuovo?, «prove di letteratura e arte», n. 10/11, I° Premio
letterario Prove – Città di Rapallo 1962, a firma Giovanni M. Toti
L’uomo scritto, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 1965
Penultime dall’al di qua, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 1969
Tre ucronìe della coscienza infelice, Editrice I Centauri, Roma 1970
chiamiamola POEMETÀNOIA, Carte Segrete, Roma 1974
Per il paroletariato o della poesicipazione, Umbria Editrice, Perugia 1977

Vol. II
Il poesimista, Rebellato Editore, Quarto d’Altino 1978
Compoetibilmente infungibile, Lacaita, Manduria 1979
Strani attrattori, Empiria, Roma 1986
Postreme cosmàgonie dal desertron, Ripostes, Salerno-Roma 1990
Vinerotìe, Il gatto dell’ulivo, Balerna 1996
Audace l’occhio, Edizioni Ulivo, Balerna 1998
I penultimi madrigali, Fahrenheit 451, Roma 2004

Il primo volume sarà presentato in anteprima durante la giornata di studi, che si terrà ad Alatri il 18 ottobre.
A questo link potete trovare il programma dettagliato su MULTIVERSO TOTI.

GIANNI TOTI – OPERA POETICA 1
Formato: 15×23 cm
Pagine: 600
Prezzo: euro 27,00
Testi critici di: Francesco Muzzioli e Giovanni Fontana
a cura di Daniele Poletti e Francesco Muzzioli
[dia•foria, ottobre 2024
collana: TOTALE

PER INFO E ORDINI SCRIVETE A: info@diaforia.org

 

Dalla prefazione di Francesco Muzzioli:

«Gianni Toti artista totale. Anche l’omofonia spinge ad abbinare Toti alla totalità, come del resto faceva l’autore stesso di frequente (il “totìus”, “toti noi”, “totilogo”, SA59ecc.). E non c’è dubbio che il ventaglio della sua opera sia estremamente ampio. Va infatti dalla poesia – che è, come vedremo, la matrice – alla prosa, narrativa o antinarrativa che la si voglia considerare, con titoli assai importanti, quali Il padrone assoluto; alla prosa saggistica e giornalistica, per poi passare alla grafica, e raggiungere il cinema e, davvero pionieristica, la videoarte. Un incredibile PlaneToti, un intero mondo in gran parte ancora da esplorare, compresa la massa dell’inedito, che a quanto so è sterminata. Restituire almeno la parte emersa di questo iceberg è impresa meritoria perché l’opera totiana si colloca negli anni della ricerca sperimentale con un suo spiccato carattere di assoluta originalità.

Negli anni dell’anti-poesia, Toti pronunciava positivamente la parola “poesia”. Ma non perché fosse retrogrado, al contrario: il fatto era che quella parola non rimandava, come succedeva allora e ancora oggi nel senso comune, a presunte essenze o confessioni intime, o ancora a impalpabili atmosfere. Poesia era legata per il nostro autore all’endocreatività del linguaggio. È dal linguaggio stesso, sfruttando le derive del suono (del significante) che si può modificare l’apparato retorico dei significati. Per non essere parlati dal linguaggio illudendosi di parlare, non c’è bisogno di inventarsi una lingua ex novo, come avevano fatto gli zaumniki russi della “parla come tale” (per altro molto amati da Toti), ma era sufficiente modificare la parola usando le pratiche morfologiche corrente, solo esasperate e portate all’estremo, sottoposte a un frenetico pluslavoro. Questa idea di poesia, così lontana dal postermetismo che gli stava intorno, Toti la porterà in tutti gli ambiti del suo lavoro creativo totale

 

Dalla postafazione di Giovanni Fontana:

«Ricerca infaticabile, dubbio cosmico, discussione sempre aperta su cose e rose, esplorazioni di infiniti possibili e impoesibili, di spazi in apparenza insondabili, di negazioni e oltranze. Insofferente, «perché attillato mi sta il pianeta / stretto al cavallo fra i piccoli testi», Gianni Toti vive e rivive nei meandri della scrittura che va creando: presenza e assenza di sé, labirinto di pagine-abisso, galassie di scontri-incontri di gran trambusto, vortici di atomi, poetioni e poeticelle: energie verbali, occasioni di lacerazioni e cuciture, aggregazioni e dispersioni, sospensioni e fughe: l’intento è l’interrogazione al bivio, al trivio, a quadrivio: l’obiettivo è di rivelare nuove prospettive ai linguaggi, alle sonìe e alle cromìe significanti, materializzandone il percorso. Ma Gianni tiene a specificare che «non c’è niente da dire c’era da ridire / e disdire e contraddisdìre e inorrìdere / perché c’è tutto da tacere ma è poco il mondo // piccolo l’infinito breve l’eternità»»

 

 

 

GIANNI TOTI, nato a Roma nel 1924, partecipa alla resistenza partigiana ed è per molti anni giornalista de «l’Unità» come inviato speciale (1946-1968). Figura intellettuale e sperimentatore assai versatile è conosciuto a livello internazionale come fondatore della “poetronica”, poesia che si esprime con i linguaggi dell’arte elettronica. Con i suoi lavori di videoarte, definiti “video-poesie” e “VideoPoemOpere”, ha partecipato a tutti i principali festival internazionali. Ha vissuto negli ultimi anni tra Roma e il castello elettronico di Montbéliard, in Francia. Fin dai primi anni Ottanta, sedotto dalle favolose prospettive dell’elettronica applicata all’arte, realizza in questo campo opere in cui musica, parole e immagini interagiscono secondo modalità rivoluzionarie rispetto a quelle ormai consuete dello spettacolo live, del cinema e della televisione. Gianni Toti Poeta «poetronico» – come preferiva autodefinirsi da quando aveva scelto il video quale mezzo d’espressione – è stato romanziere, poeta, videoartista, saggista, traduttore, scopritore e “importatore” di testi inediti e underground – anche insieme alla moglie Marinka Dallos, pittrice naïf – scovati ai quattro angoli della terra, attore, regista televisivo e cinematografico. Ha animato dibattiti, fondato e diretto riviste, tra cui «Lavoro», il rotocalco della CGIL, e il longevo trimestrale «Carte Segrete»; ha ideato collane editoriali, tra cui «I taschinabili». Ha pubblicato numerosi libri di poesia, due irromanzi, raccolte di racconti, saggi critici e reportage dal mondo; ha diretto un non-film (… E di Shaul e dei sicari sulle vie da Damasco, 1973) e alcuni mediometraggi e cinegiornali; ha realizzato oltre dodici opere in video, tra trilogie, videopoemi e videopoemetti. Questo artista singolare e proteiforme ha attraversato il secolo scorso animato da sorprendenti intuizioni che lo hanno posto sempre all’avanguardia dei movimenti artistici e culturali. Dalla sua complessa biografia si ricava l’immagine di un intellettuale organico, costantemente in bilico tra riflessioni teoriche, creatività pura, attività editoriale e impegno politico. Gianni Toti è morto l’8 gennaio 2007.

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