La discarica fluente è il libro che inaugura a tutti gli effetti il vettore di “osservatorio-contenitore” della collana «TOTALE», dedicata alle opere di Adriano Spatola, ma aperta ad accogliere tutte quelle scritture di confine tra immagine, installazione e parola.
Scegliere cosa pubblicare o riproporre tra la messe di scritti di Fontana non è stata operazione semplice. Campione di una scrittura
densa ed estremamente articolata nella responsività foneticocorporea, la prosodia dell’autore risulta quasi costretta sulla pagina,
in ragione della sua propensione e propulsione ad essere agita dalla voce. Quello di Fontana rimane perciò esempio paradigmatico
di una marca stilistica che trae afflato dall’esperienza delle avanguardie, prende linfa dalle sperimentazioni degli anni Sessanta
e Settanta del Novecento e continua, nella sua riconoscibilità, ad aggiornarsi e a tentare forme non remissive di intersezionalità.
GIOVANNI FONTANA – LA DISCARICA FLUENTE
Formato: 14×25 cm
Pagine: 208
Prezzo: euro 20,00
Saggi critici di: Giorgio Patrizi e Marcello Sessa
a cura di Daniele Poletti
[dia•foria, novembre 2023
collana: TOTALE
PER INFO E ORDINI SCRIVETE A: info@diaforia.org
da Tutto un vuoto intorno. La lingua di Giovanni Fontana quantifica i danni, saggio critico di Marcello Sessa
La frammentarietà della forgia poetica consente in questo
caso, anzi ingiunge, un approfondimento tanto sulla natura del
frammento quanto sulla sua messa in opera. Leggere il Fontana
“lineare” conduce immediatamente fuori testo: un hors texte presto
detto, e inerente alla parola scritta una volta che si fa baudelairiana
correspondance, ossia vettore di percetti estetici e di connessioni
sinestesiche. In un’assertiva auto-anamnesi, egli stesso ha
ammesso che, in qualche modo, per lui è sempre stato così; che
la parola e persino la lettera sono sempre state, fin da bambino,
“sinnliche”, sensibili e sensuali: «Richiami. Corrispondenze sensibili.
Confusioni elementari di vibrazioni. Di polveri. Un passaggio
continuo di prove meccaniche. Uno scambio di motivi tangibili che
provocano effetti nel sistema dei sensi». In effetti l’operatività della
sinestesia nella Discarica, è bene osservarlo, eccede di parecchio
il proprio raggio; scavalca il primato della parola scritta e la sola
evocazione di altri e ampi spettri del sensorio tramite mera connotazione.
Coinvolge bensì il sensoriale tutto; dapprincipio «mobilita
tutti i sensi», ridoppia ogni appercezione dell’esistente in «un pulsar
materico con valenze mostruosamente poetiche», e lo riverbera
infine ovunque può con una calibrata eterodossia di codici.
da La voce dalla discarica, saggio critico di Giorgio Patrizi
Il percorso che siamo andati componendo ci conduce
all’interno dei tratti più peculiari della sperimentazione di Fontana,
nelle sue più intrinseche motivazioni. E così possiamo fare i conti
con la reale complessità delle soluzioni creative con cui, in tutta la
sua lunga carriera di scrittore, di performer, di protagonista vocale,
si è confrontato, piegando la “tradizione del nuovo”, a cui appartiene,
alla necessità di una innovativa e dinamica ridefinizione della
propria collocazione nell’universo della scrittura.
Scrive Marcello Carlino, nella sua fondamentale presentazione
del lavoro di Fontana: «Le scritture e le tavole e gli eventi
performativi di Fontana non si configurano mai […] come dei significanti
puri. Implicano, al contrario, itinerari di semantizzazione
rinnovata: attraverso la profusione spazio-temporale del corpo […]
e attraverso la sequenzialità progettata e architettonicamente disposta
delle escussioni plurilinguistiche».13 Qui Carlino sintetizza
precisamente le direzioni (i confini e gli orizzonti) in cui si muove
il lavoro creativo di un intellettuale capace di rinnovare profondamente
l’uso della parola, a ridosso di un vertiginoso uso dei codici
espressivi extra.
Poliartista, nato a Frosinone nel 1946, ha esperienza di arti visive, architettura, teatro, musica, letteratura. Fin dalla fi ne degli anni ’60 elabora forme poetiche sperimentali. Grazie all’amicizia con Adriano Spatola, di cui ha curato, per [dia•foria, sia l’opera poetica (2020) che la riedizione del romanzo L’oblò (2022, con Daniele Poletti), frequenta i territori dell’avanguardia internazionale stringendo rapporti di collaborazione con i più significativi esponenti. Negli anni ’70 partecipa al laboratorio del Mulino di Bazzano ed entra nelle redazioni di «Tam Tam» e «Baobab». Nel 1987 fonda la rivista di poetiche intermediali «La Taverna di Auerbach» e successivamente entra nelle redazioni di «Doc(k)s» e «Inter-Art actuel». Dal 1994 dirige «Territori», rivista di architettura e altri linguaggi. Performer accreditato nei più importanti festival di nuova poesia e di arti elettroniche in Europa, in America, in Oriente, è il teorico della “poesia epigenetica”, che studia la gamma dei rapporti tra testo e azione. L’argomento è ampiamente trattato in Epigenetic Poetry, pubblicato in occasione dell’esposizione personale al CipM di Marsiglia (2020-21) nell’ambito di «Manifesta 13», a cura di Patrizio Peterlini. È autore di opere intermediali, installazioni sonore, poemi d’azione e azioni parateatrali, videopoesie e pièce radiofoniche. Tra i suoi testi per musica c’è una nuova versione dell’Histoire du soldat di Igor Stravinsky. Creatore di romanzi sonori, tra cui Tarocco meccanico (Altri Termini, 1990) e Chorus (Manni, 2000), ha al suo attivo numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale. Nel 2015 pubblica in chiave USB il Poema Bonotto. Nel 2016 la Fondation Louis Vuitton gli commissiona la pièce sonora Le droghe di Gardone. Voce recitante in concerti di musica contemporanea, ha scritto per molti compositori, tra i quali Ennio Morricone e Roman Vlad. Con opere verbo-visive ha preso parte a innumerevoli mostre; tra queste la Quadriennale di Roma (1986) e la Biennale di Venezia (2003, 2010). Il suo lavoro verbo-visivo è ripercorso nella monografi a Testi e pre-testi (Fondazione Berardelli, 2009). La sua ricerca sulla correlazione tra testo e linguaggi musicali gli è valsa nel 2020 il Premio Internazionale Alberto Dubito alla Carriera. In quell’occasione, la sua vita e la sua opera sono state oggetto del volume GiovanniFontana: un classico dell’avanguardia (Agenzia X, 2022), a cura di Patrizio Peterlini e Lello Voce. Il suo primo libro di poesia è il testo-partitura Radio/Dramma (Geiger, 1977). I più recenti sono Je sens [donc je son (CipM & Dernier Télégramme, 2022), The Poetic Machine (Redfoxpress, 2022) e Inventario (Milella, 2022).
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