Dalla Nota di Fabiano Gritti
Improbabile è l’impresa del lettore che volesse trovare nel testo del Regno doloroso il bandolo della matassa che gli permettesse di tracciare un’utile mappa per il suo “viaggio nel bosco narrativo”. I tre protagonisti che man mano si incrociano non tendono la mano nella ricerca di una diegesi, risultano presenze sfuggent per poi inopinatamente abbandonare la scena. Non c’è alcun Virgilio che riveli i nascosti passi da un girone all’altro, che illustri la struttura di sconosciute terre e ne riveli gli arcani significati.
Una voce narrante esterna segue i tre protagonii, facendo capolinosti Leo, Aurelio e Doriana in un susseguirsi di frammenti testuali che danno l’illusione di narratività che, sfuggente, costantemente frustra le aspettative del lettore. I lacerti delle esistenze dei protagonisti possono dare speranza di poter ghermire finalmente un filo di Arianna per vincere l’antro dedalico, ma tale filo si smaterializza nelle mani di colui che se ne volesse servire per trovare una via di uscita, una mappa, una sicura guida nel labirinto.
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PAOLO VALESIO – IL REGNO DOLOROSO
Formato: 13×20 cm
Pagine: 268
Prezzo: euro 19,00
Nota di: Fabiano Gritti
a cura di Daniele Poletti
[dia•foria, maggio 2024
collana: floema
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Il romanzo di Paolo Valesio, uscito per la prima volta nel 1983 per Spirali, è un testo che ancora fermenta per la sua inattualità. Oggi, come allora, dove il magistero delle neo-avanguardie solcava ancora l’onda lunga di una rivoluzione compiuta, questa scrittura risulta, se non fieramente, almeno consapevolmente appartata, per quanto moderna nella forma e nella struttura. Una scrittura che ricorda l’approccio postmoderno, ma quello di un Gaddis rastremato e frammentario, nessuna pachidermia, se non quella dell’attenzione quasi paranoica per i dettagli delle “cose”, secondo un occhio “du regard”. Figlio naturale de L’ospedale di Manhattan e di Prose in poesia, Il regno doloroso è un esperimento sul romanzo, che attraverso gradienti di astrazione apparentemente enunciativi, risulta unico, a nostra conoscenza, nel panorama della prosa nostrana, reinventando, in una cifra senza padri diretti, la narrazione speculativa.
Nato e formatosi a Bologna, Paolo Valesio espatria negli Stati Uniti dopo la libera docenza. Studia e insegna alla Harvard University e alla New York University; poi, ottiene la cattedra alla Yale University, dove insegna per un quarto di secolo. Qui fonda lo “Yale Poetry Group” − riunione bi-settimanale di conversazioni e letture di poesia (1993-2004) −, fonda e dirige la rivista «Yale Italian Poetry − YIP», che dal 2006 alla Columbia University diviene «IPR − Italian Poetry Review», tuttora attiva fra New York, Firenze e Bologna. Ha scritto e scrive numerosi saggi su varie riviste, ha pubblicato quattro libri di critica letteraria, e ha co-curato la pubblicazione di un romanzo postumo di F.T. Marinetti. Conclusa la sua carriera universitaria come professore emerito di Columbia, Valesio rientra in Italia dove fonda e presiede il Centro Studi Sara Valesio a Bologna. È co-direttore della collana di poesie e saggi «Ungarettiana», collabora regolarmente al “quotidiano approfondito” online «IlSussidiario.net», è consulente di case editrici, e si dedica alla scrittura. Dopo due romanzi e un romanzo-saggio, una raccolta di racconti e una novella, si concentra soprattutto sulla poesia. Il progetto speciale a cui Valesio lavora dal 1987 è la Tetralogia: un complesso di quattro diversi “romanzi quotidiani”, comprendenti a tutt’oggi circa 20.000 fogli manoscritti per la maggior parte inediti.
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