Giulio Marzaioli
Arco rovescio = Inverted Arch.
English translation by Sean Mark.
Colorno : Tielleci – 96 p. : ill. ; 19,5 cm.
(Benway Series ; 5).
10€
Mercoledì 15 gennaio 2014, ore 18.00
Associazione Culturale Edizioni Empirìa
Via Baccina, 79, Roma
[mappa]
Presentazione di:
Arco rovescio
di Giulio Marzaioli
Benway Series 5
(Tielleci, 2014)
Sul rapporto scrittura/installazione si confronteranno:
Brunella Antomarini,
Teresa Iaria,
Massimiliano Manganelli
Ci fa piacere segnalare la presentazione dell’ultimo libro di Giulio Marzaioli (Benway Series 5), che si terrà a Roma mercoledì 15 gennaio. Approfittiamo per parlare brevemente del testo, con l’intenzione di approfondire il profilo critico in altro momento.
«Nell’ora meridiana più calda, quando si alza il frinire di cicale, pensò che era stato più veloce, nel passato, e che l’aveva rincorsa a lungo, ma lei si era fermata. La caccia è istinto, anche per un dio». (da Arco rovescio di Giulio Marzaioli)
NISTAGMI PER UNA FIABA QUANTICA
Arco rovescio di Giulio Marzaioli «doveva essere un libro di fiabe»: della fiaba ha mantenuto il meccanismo progressivo di scoperta, che via via si trasforma in vera e propria suspense (attraverso l’aggiunta successiva di elementi che innescano il gioco enigmistico delle differenze), per poi arrivare alla destrutturazione, allo smontaggio del testo completo nella direzione di nuovi ordini di senso, rendendo, così, magnetico il percorso attraverso le pagine.
«Nell’ora meridiana più calda…..» è il «c’era una volta» che introduce e sostiene il lettore in un habitat tutto sommato di confortevole sicurezza, un mantra a crescere, dove ogni pagina si arricchisce di nuove proposizioni, disvelando un perocrso di cui conosciamo fin da subito il risultato formale (cioè il completamento del testo fino alla chiusura delle virgolette), ma che siamo istigati a indagare nella sostanza. Questo fino ad arrivare a pag. 24 dove si perde il puntello dell’incipit e si viene risucchiati, come nell’orecchio bluevelvetiano/lynchano, in una dimensione ulteriore (salto quantico), in cui si produce una rarefazione, un gioco a togliere, dunque un percorso inverso che mostra metapoeticamente le potenzialità del testo, in un clima di palpitante stasi con rimpasti di senso.
Nell’economia generale del libro questo passaggio dilavatorio, sottraente, non attenua affatto il dinamismo della scrittura, anzi rappresenta un momento di distribuzione degli sforzi (come accade con l’arco rovescio, in ingegneria delle costruzioni) sulla pagina, che rafforza il metodo di spazializzazione della scrittura, creando una sorta di partitura con tema, variazioni, ornamenti e silenzio.
Il materiale che Marzaioli ci sottopone (immagini incluse, del tutto inscindibili dal testo e anzi esemplificative di esso) sembrerebbe costruito secondo un sorvegliato metodo “nistagmatico”, ottenuto da un ipotetico viaggio in treno, non esente, ma aggiornato, da una reminiscenza dello sguardo montaliano verso le Cinque Terre.
C’è dunque compenetrazione e compensazione tra immagini e scrittura: l’immagine è flickering, imprecisa, mutevole, ma anche leggibile come una radiografia; la scrittura è netta, perentoria, finché sfilacciandosi va verso l’immagine, creando un’osmosi, uno scambio di ossigeno, con il ricordo o col sogno contenuto nelle immagini, in un movimento di andata e ritorno, da più astratto a più descrittivo, secondo un percorso che comunque indica un cambio di dimensione.
Un ultimo accenno agli asterischi, presenti come note in calce in quasi tutte le pagine: lì la presenza palpabile dell’autore, che diventa curatore/chiosatore, di un testo rinvenuto, smontato e rimontato pezzo per pezzo e che ci dà delle indicazioni di una narrazione extradiegetica, fuori dalla fiaba, giocata sulla variazione e inversione degli elementi, quasi a volerci suggerire cosa sta prima o dopo l’arco rovescio della galleria. (Daniele Poletti)
Per Arco rovescio, nell’ambito dell’ingegneria delle costruzioni, si intende l’arco capovolto posto alla base di una galleria che ha la funzione di chiudere l’arco già realizzato in calotta, distribuendone gli sforzi. “Frinire” è una voce onomatopeica. La fiaba è un racconto a scopo di intrattenimento in cui prevale l’elemento fantastico e dove, a differenza della favola che ha come protagonisti quasi sempre animali, è protagonista l’uomo. Si definisce “gravità” la tendenza dei corpi materiali a cadere verticalmente al suolo, dovuta all’attrazione che la Terra esercita su di essi. Il salto indica ascensione. L’ora meridiana corrisponde alle ore 12,00 del giorno. Un salto quantico indica un passaggio repentino di un sistema da uno stato quantico ad un altro senza attraversamento di stati intermedi. (da Arco rovescio di Giulio Marzaioli)
Giulio Marzaioli stava passeggiando lungo un sentiero di montagna quando venne chiamato dal figlio. Il bambino si era fermato ad osservare una grande farfalla posata su una campanula, al bordo del sentiero. La farfalla teneva le ali spiegate. Dopo averla fotografata da diverse angolazioni, Giulio Marzaioli avvicinò lentamente l’indice alla farfalla e con suo grande stupore riuscì ripetutamente ad accarezzarne le ali, senza che la farfalla le ripiegasse o volasse via. Giulio Marzaioli pensò che la vanità fosse uno dei vizi più diffusi tra gli esseri viventi. Soltanto dopo molti giorni Giulio Marzaioli si ricordò che le ali di farfalla sono coperte da piccolissime squame che, nel momento in cui vengono toccate, si rompono, provocando instabilità o addirittura impedendo il volo.
Le due immagini (Hinterland_1 e Hinterland_2) provengono dal sito http://www.null66913.net/blank/ (_blank is an entity, null66913 is a place /_blank = uncertain subject [error.msg#vibration too abstract to be considered a person], null66913:core {experimentalOBJECTS})
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