In occasione di VISITAZIONI, Festival Internazionale di Installazioni Sonore (Roma),
il compositore e poeta Gianfranco Pernaiachi
presenta da domenica 16 a mercoledì 19 febbraio 2014 il suo ultimo lavoro da lui definito “una stanza per la meditazione”.
(Ingresso gratuito dalle 19.00 alle 23.00, presso teatroinscatola, Lungotevere degli Artigiani 12/14. Programma completo).
Si tratta del primo approccio del compositore con l’arte visiva: ci troviamo in “un luogo privato che lo spettatore solitario, in una forma di contatto esclusivo e di dialogo con l’autore e con l’opera d’arte, è chiamato a visitare. Un’opera che tratta del suono nella sua essenza, ma che lo analizza dal punto di vista della memoria, della suggestione, del riconoscimento di quella voce interna che ognuno di noi possiede e che l’autore, attraverso la sua visione, vuole farci ascoltare.” (dal sito di propostesonore, Festival Visitazioni).
In occasione dell’apertura al pubblico della sua installazione, il compositore presenterà una ‘scatola-libro’ nata dalla fusione di due opere realizzate in epoche diverse che ‘dialogano’ tra loro: “Ora” (1997/2001) e “Visitazioni” (2011/2013).
“Ora” è un unico flusso di sonorità e silenzi di 120 minuti. Può esser ‘ricomposto’ (rimontato) secondo il sentire dell’ascoltatore. La sua suddivisione in sezioni – come la stessa partitura grafica – hanno questa esclusiva funzione. È assolutamente privilegiato l’ascolto in cuffia a volume basso.
“Visitazioni”, rifacendosi a principi analoghi ma ampliando i modi di approccio, è un insieme di “inviti” ad una meditazione dove percezioni, intuizioni, visioni sono accostate con gentilezza. Si guarda (“tavole” che suggeriscono un vissuto sono da ricomporre per un itinerario personale) … s’ascolta … si legge e i diversi piani riverberano l’uno nell’altro.
Come controcanto e al contempo eco, sette libri combusti (“Seven Poems”) rispondono e contrappuntano i materiali visivi e sonori racchiusi nella ‘scatola-libro’.
La ‘scatola-libro’ “Visitazioni” (2011/2013) è un elegantissimo contenitore (cm 14x14x2) che racchiude al proprio interno: 13 tavole-carte con immagini diverse, un DVD video, due CD audio. Il contenuto è differente per ogni ‘scatola-libro’, sì da farne dei pezzi unici. Ogni esemplare è numerato.
“Seven poems” (2011/12) è una serie di sette copie dello stesso libro (“Nel riverbero del nome”, scritto dall’autore e pubblicato nel 1994) divenute sculture attraverso una preliminare combustione ed una successiva “rivisitazione” di ogni singola copia. Sette pezzi unici riproposti attraverso l’apporto di tecniche miste, fra cui acqua, olio, cera … (vedi immagini).
Ogni singolo esemplare è racchiuso in una teca di plexiglass, montata su un leggìo dello stesso materiale (cm 35x26x3,5).
Le opere sono numerate e firmate dall’autore.
Per maggiori informazioni rivolgersi al sito di Proposte Sonore.
Gianfranco Pernaiachi arriva a quest’opera proseguendo la lunga meditazione sul silenzio e sulla tensione che precede la realizzazione dell’opera stessa. La sua produzione contraddistinta dalla ‘rarefazione’ degli elementi (siano essi suoni: “Sillabe D’Ombra”, “Abendland”, “Ora”, che parole: da ricordare soprattutto “Nel riverbero del nome” – in realtà due entità indistinte per il compositore) testimonia di questa riflessione profonda e sofferta.
Anche la cadenza delle nuove pubblicazioni si è progressivamente dilatata in favore -e “Visitazioni” ne è la realizzazione più compiuta- di una riscrittura dei materiali accumulati negli ultimi 20 anni, con la mai doma spinta a reinvestigare, circumnavigare, reinterpretare forse, quanto già detto in passato. In questo senso il lavoro di Pernaiachi porta alle estreme conseguenze la teoria di Gerard Genette: “[…] ogni stato redazionale rappresenta un ipertesto (successivo) rispetto alla versione precedente e un ipotesto (precedente) rispetto a quello che seguirà e che, dal primo abbozzo all’ultima correzione, la genesi di un testo è una questione di auto ipertestualità.” (da Palinsesti, Einaudi, 1997).
All’interno di tutta l’operazione multimediale di “Visitazioni” i “Seven poems” possono essere considerati il paradigma di riflessione sul progetto. Il processo aleatorio (seppure guidato) della combustione, deve essere messo infatti in stretta relazione con l’emissione dei suoni, anch’essa biologicamente aleatoria in ragione della propagazione nello spazio e della ricezione dei corpi. L’obiettivo è il raggiungimento di un’opera palinsesto, appunto, dove la sottrazione aggiunge nuovi ordini di senso, che varieranno per ogni fruitore della “stanza per la meditazione”. In questo modo Pernaiachi, seppure demiurgo palpabile del percorso, cerca di sceverare i suoi materiali dall’autorialità assertiva di chi racconta, illimpidendo le parole e i suoni fino a risalire all’architesto da cui riparte l’esperire dell’altro. Da non dimenticare l’accezione religiosa (sacra nel caso di Pernaiachi) della parola “visitazione”, che dà il senso di quanto il cammino della visione sia da intraprendere sommessamente e per via interiore laddove, in questo caso, l’atto della visitazione risulta biunivoco: l’opera visita lo spettatore e lo spettatore visita l’opera. C’è un dinamismo, un aspetto performante di questa stanza che rappresenta la vera novità della ricerca dell’autore.
Se poi l’incontro si concretizzerà nella comunicazione di un annuncio, Pernaiachi avrà avuto ragione.
Biografia (tratta dal sito di propostesonore)
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